La mostra rappresenta un’occasione – soprattutto nell’ambito delle tematiche enogastronomiche di Expo 2015 – per ripercorrere la storia del Tastevin (letteralmente “assaggia vino”), un piccolo utensile di forma circolare utilizzato in passato dai sommelier per l’analisi organolettica del vino, prima di essere soppiantato dai più versatili bicchieri da degustazione.
I circa cento esemplari di tastevin esposti, che provengono interamente dalla collezione Artrust, raccontano la storia di questo curioso manufatto, le sue varianti geografiche e le tante declinazioni in termini di dimensioni, materiali e decorazioni che lo contraddistinguono e lo elevano al livello di oggetto d’arte e antiquariato.
«Il Tastevin ha origini antichissime – afferma Patrizia Cattaneo, direttrice di Artrust – si possono trovare riferimenti a oggetti con le stessi funzioni già nella mitologia greco-romana e persino in alcuni passaggi della Bibbia. Come lo conosciamo oggi, nasce nella Francia del XVII sec, soprattutto in Borgogna, per poi diffondersi in tutta l’Europa nei due secoli successivi. Oggi, dismessa la sua utilità pratica di strumento di degustazione, è diventato un oggetto da collezione per appassionati di vino e antiquariato, oltre che emblema della categoria professionale dei sommelier. Siamo felici di aver collaborato con il Museo dei Cavatappi che ci ha permesso di esporre la nostra collezione e di portare alla conoscenza di un pubblico appassionato di temi enologici, tutte le peculiarità del tastevin».
«Stappare una bottiglia di vino è un rituale che ha sempre qualcosa di magico – racconta Paolo Annoni, direttore del Museo dei Cavatappi in Barolo – gli occhi dei presenti sono concentrati su chi svolge l’operazione. Viene rimosso il sigillo di stagnola e posizionata la punta del cavatappi al centro del turacciolo. La vite affonda nel sughero fino a perforarlo ed infine con lo sforzo di trazione necessario il tappo fuoriesce dal collo della bottiglia con un leggero schiocco. Il turacciolo viene estratto e annusato per verificare se presenta odore. Il nettare degli Dei ora è pronto da servire e degustare. Noi tutti siamo abituati ad utilizzare questo oggetto per stappare una bottiglia, è un gesto consueto ed automatico che ci permette di accedere ad uno dei piaceri della vita. Il Cavatappi e il Tastevin sono due strumenti che hanno una storia ed un cammino comune nel mondo del vino. Con entusiasmo ospitiamo una selezione di Tastevin della collezione Artrust, indubbiamente una delle più ampie e preziose raccolte al mondo.
LA COLLEZIONE ARTRUST
I tastevin esposti nella mostra temporanea “Tastevin, tra arte e vino” allestita presso il Museo dei Cavatappi di Barolo, rappresentano una piccola selezione della collezione Artrust, una delle più importanti e ampie al mondo dal punto di vista qualitativo e numerico, con oltre 4mila pezzi datati a partire dal XVI secolo.
Tantissimi esemplari provenienti in prevalenza dalla Francia, da Parigi, Rouen, Dijon, Angers, Clermont, Bordeaux, Lyon, ma anche dal resto d’Europa e del mondo: Italia, Germania, Russia, Spagna, Svezia e Messico. Creata in oltre 20 anni di collezionismo è il frutto di una grande passione per l’arte e la cultura del vino.
Fonte: www.targatocn.it