L’aiuto dopo un infarto? In 2 bicchieri di vino al giorno

Poco, ma tutti i giorni: così il vino allunga la vita, migliorando lo stato di salute dell’apparato cardiovascolare e riducendo il rischio di mortalità. Anche in chi è già sopravvissuto a un infarto: ad affermarlo sono i ricercatori statunitensi del Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School di Boston, i quali spiegano che, rispetto ai non bevitori, nei «reduci» da infarto consumare due bicchieri di vino al giorno riduce il rischio di mortalità per motivi connessi a malattie cardiovascolari del 42%, e per altre cause del 14%.

La ricerca – Lo studio, pubblicato sull’ European Heart Journal, ha visto coinvolti 1.818 uomini per 20 anni dal momento del loro primo attacco di cuore. Nonostante lo studio riguardi solo gli uomini, i benefici che si ricavano da un moderato consumo di alcol potrebbero essere gli stessi anche per le donne, spiega Jennifer Pai, prima autrice della ricerca. «I risultati del nostro studio hanno dimostrato che negli uomini, dopo un attacco di cuore, un consumo moderato di alcol che si attesti tra i 10 e i 30 grammi al giorno non dovrebbe essere scoraggiato, e potrebbe anzi risultare, a lungo termine, vantaggioso».

Vino, birra e grammi di alcol – I ricercatori spiegano che un bicchiere di vino da 120 ml contiene circa 11 grammi di alcol, e che una lattina di birra ne contiene circa 15. I partecipanti allo studio che hanno bevuto tra 10 e 29,9 grammi alcol al giorno sono stati classificati come bevitori «moderati», e sono stati coloro che hanno fatto registrare i benefici massimi. Nessun effetto positivo, invece, è stato riscontrato in coloro che bevevano oltre 30 grammi di alcol al giorno: in questi soggetti, al contrario, il rischio di mortalità – per cause cardiovascolari e non solo – è risultato del tutto simile a quello dei non-bevitori.

Diverse abitudini all’alcol – Secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità, spiega Pai, gli europei consumano il doppio di alcol rispetto alla media mondiale: 12,5 litri di alcol puro all’anno a persona, e i Paesi in cui il consumo è maggiore sono quelli del Centro Est e dell’Est, con 14,5 litri all’anno.

Gli studi precedenti – Già lo scorso anno, spiegano i ricercatori, un gruppo di ricercatori canadesi aveva rilevato che le persone che bevono moderatamente alcol tutti i giorni hanno dal 14 al 25% di probabilità in meno di sviluppare patologie cardiache rispetto ai non bevitori. E altre ricerche avevano riscontrato che un lieve consumo di alcol risulta associato all’aumento dei livelli di colesterolo Hdl, il cosiddetto «colesterolo buono», e al miglioramento della sensibilità all’insulina, tutti fattori connessi a un basso rischio cardiovascoalre, spiega Pai. Il nuovo studio aggiunge un nuov tassello, mettendo in evidenza che l’alcol possa essere di aiuto nel contrastare nuove patologie cardiovascolari in soggetti già sopravvissuti a un infarto: un argomento particolarmente delicato, conclude Pai, su cui sarà necessario tornare.

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