Festival itinerante: Vino in villa, quando il vino è arte e cultura.

Lo scorso weekend ero stata invitata a partecipare a Vino in Villa, un festival itinerante promosso dal Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, che si svolge da anni in alcune suggestive località trevigiane. Sfortunatamente non ho potuto prendervi parte a causa di altri impegni, ma mi fa comunque piacere parlarvene in quanto si tratta di un evento dedicato al vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, all’arte e alla lunga tradizione spumantistica inaugurata nel 1876 con la fondazione della prima Scuola Enologica d’Italia.

La giornata conclusiva di Vino in Villa 2015 si è svolta domenica 17 maggio in una location veramente esclusiva: il castello di San Salvatore a Susegana, in provincia di Treviso.
Teatro di eventi spettacolari, tra cui matrimoni da sogno, il castello risale ai secoli XII e XIII. Alla fine del Medioevo il castello di San Salvatore diventa uno dei più estesi del nord Italia ma durante la Grande Guerra viene gravemente danneggiato, assieme alle mura e al borgo. Grazie all’intervento del conte Rambaldo viene recuperato, assieme al suo patrimonio artistico, e dall’inizio del nuovo millennio si presenta così come lo si vede oggi.

Arte, fotografia, musica, letteratura, filosofia, poesia e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, vino che è esso stesso un’opera, a cui migliaia di viticoltori dedicano fino 800 ore di lavoro manuale per ogni ettaro di vigne scoscese: questi sono stati gli elementi che hanno decretato il successo di Vino in Villa 2015, un Festival itinerante che ha toccato, durante le 4 giornate coinvolte, le località trevigiane di Conegliano, Pieve di Soligo, Valdobbiadene e Susegana.

L’atmosfera, intrisa di cultura, ha coinciso esattamente con il tema scelto per l’evento: “Al di qua e al di là del limite”, un limite che non ha nulla a che vedere con i gradi alcolici del Prosecco Superiore Docg ma che si riferisce al filo sottile che unisce l’arte con il vino, oggi come all’inizio della civiltà umana. Il senso profondo del titolo della manifestazione è diventato chiarissimo una volta nel castello, grazie alla bellezza e al prestigio delle sale che hanno ospitato le degustazioni: circa 300 etichette di realtà diverse, dalla grande casa spumantistica alla piccola azienda, hanno offerto la possibilità di assaggiare i propri brut, dry e extradry, e alcuni anche il famoso cartizze.

A fare da sfondo le affascinanti colline del Conegliano Valdobbiadene, candidate a patrimonio Unesco, visibili dal giardino esterno adibito a Giardino Gastronomico, dove agli ospiti è stata offerta la possibilità di assaggiare i gustosissimi salumi e formaggi di produzione del territorio.

Lo spessore culturale dell’ultima giornata di Vino in Villa si è palesato anche attraverso gli appuntamenti pomeridiani e serali tenuti da alcune tra le voci più significative del panorama culturale dei nostri giorni: la tavola rotonda dal titolo “Il sapere del sapore” con Massimo Donà e Toni Toniato, e con la partecipazione di Paolo Benvenuti (presidente dell’Associazione “Le Città del Vino”), Innocente Nardi (presidente del Consorzio del Prosecco Superiore Docg), Sante Toffoli (presidente del Consorzio Colli di Conegliano Doc) e Giancarlo Vettorello (direttore del Consorzio del Prosecco Superiore Docg).

Il dialogo-conferenza con Carlo Sini e Florinda Cambria, dal titolo “Ebbrezza dionisiaca, verità e limiti dell’esperienza” con la partecipazione di Antonio Gnoli ed infine l’attesissimo concerto Jazz dal titolo “Il limite tra suono e parola” di Enrico Rava, accompagnato dalle parole di Tiziano Scarpa. Moderati da Massimo Donà, filosofo e musicista veneziano, docente di filosofia presso il San Raffaele di Milano e autore del libro “Filosofia del vino”, gli speaker hanno dimostrato come il vino possa essere un importante fattore di aggregazione culturale, sociale, intellettuale ed umana.

Dopo una giornata così non poteva non sorgere una riflessione che, profonda o meno, vale la pena di essere condivisa: è davvero un peccato che il Prosecco Superiore Docg venga ‘venduto’ come un vino da aperitivo. Sarebbe infatti veramente più produttivo che la cultura a cui è collegato venisse trasmessa a tutti. Grazie al Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene e a Vino in Villa è stata data la possibilità di conoscere più a fondo aspetti legati alla produzione e alla cultura di una bevanda legata da così tanto tempo all’uomo e all’arte.

Fonte: www.travelstales.it, A cura di Francesca Turchi

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