Dove si beve il vino italiano?
Dal 7 al 10 aprile a Verona è in programma Vinitaly, la più importante rassegna dedicata al vino italiano.
Quanto vino viene prodotto in Italia?
Il nostro Paese è il primo produttore mondiale con 40,8 milioni di ettolitri, di cui oltre il 60 per cento destinato ai 522 vini a denominazione d’origine (330 Doc, 74 Docg e 118 Igt).
Dal punto di vista occupazionale quanto vale il settore?
In Italia ci sono 383.645 imprese vitivinicole produttrici (il 23,5% del totale della filiera agricola nazionale) che impiegano 700 mila addetti (1,2 milioni con l’indotto primario) per una produzione che supera il milione di etichette.
Tutto questo vino chi lo beve?
I consumi interni sono scesi sotto la soglia di 40 litri pro capite all’anno, ma ci pensa l’export a tenere alto il fatturato del vigneto Italia. Infatti, secondo i dati Istat relativi ai primi 11 mesi del 2012 elaborati da Federvini, il vino italiano sui mercati internazionali ha incamerato un +7,5% sullo stesso periodo dell’anno precedente, portando il fatturato dell’export a 4,66 miliardi di euro nonostante una contrazione nei volumi dell’8,3%. Una flessione che ci fa rimanere comunque in testa alla classifica dei maggiori Paesi esportatori (15 milioni di ettolitri).
In quali Paesi si beve italiano?
A trainare il fatturato dell’export sono come sempre gli Usa che restano il mercato di riferimento oltre che la «piazza» dove si decidono le tendenze mondiali (oltre 730 milioni di euro; +7%), poi c’è la Germania (675 milioni di euro; +5,2%) e Regno Unito (370 milioni di euro; +2,6%). Sempre ottime le performance di Giappone (+35%), Svezia (+26,4%), Francia (+15,2) e Canada (+14,8%).
Perché gli Stati Uniti sono considerati il mercato di riferimento?
Il fatturato è ovviamente decisivo ma non è tutto. Parlare di Stati Uniti vuol dire riferirsi a poche città come Los Angeles, San Francisco, Seattle, Miami ma soprattutto New York. Sono qui le testate che dettano le linee al resto del Pianeta e i critici che fanno la differenza. Conquistare il mercato delle metropoli Usa vuol dire imporsi sulla piazza più difficile del mondo. Quando il vino italiano ha strappato ai francesi la leadership sul mercato americano ha segnato un momento storico: su quella piazza dove si sfidano i migliori produttori del pianeta. Perché in Nuova Zelanda, California come in Australia, Sud Africa o in Argentina si producono grandi vini in grado di sfidare sul mercato di qualità anche le etichette italiane e francesi.
E nel mondo quanto vino si produce? È vero che ce n’è sempre meno?
Il 2012 segnerà un calo della produzione mondiale di circa il 6% a causa delle condizioni climatiche e della riduzione del vigneto mondiale. Saranno imbottigliati circa 248 milioni di ettolitri. Alcuni Paesi aumenteranno i volumi come Stati Uniti (20,55 milioni di ettolitri +7%), Sudafrica (10 milioni di ettolitri; +3,6%), Cile (10,9 milioni di ettolitri +3,9%) e Australia per la quale si prospetta un + 4,1% (11,5 milioni di ettolitri) grazie ai vini bianchi.
Quindi il calo di produzione è tutto in Europa?
Quasi tutto. Oltre all’Italia (40,8 milioni di ettolitri; -3%), il calo di produzione più importante è della Francia (40,5 milioni di hl; -19%). Trend al ribasso anche per Spagna, dove ci si attende una riduzione del 6% circa, e Germania (-3%). In Europa tra i Paesi sono in controtendenza soltanto Portogallo e Grecia.
Perché Vinitaly è la più importante manifestazione dedicata al vino italiano?
Nata nel 1967 a Verona con un appuntamento chiamato le «Giornate del vino italiano», già nel 1969 aveva raccolto oltre 130 espositori. Nel 1971 diventa Vinitaly e tra i tanti appuntamenti c’era anche un’asta di vini pregiati guidata da Mario Soldati. Con il passare del tempo al vino si sono affiancati anche l’olio (1987), la grappa e i distillati. Dagli anni 2000 Vinitaly è diventata un veicolo fondamentale per accompagnare le aziende italiane sui mercati mondiali e anticipare le nuove tendenze prima negli Stati Uniti, poi in tutto il resto del mondo, fino ad aprire le porte del mercato cinese.
Ma la Cina quanto vale?
Ai cinesi il vino piace sempre di più, i dati parlano chiaro: il consumo sia di rossi che di «bollicine» cresce al ritmo del 6% annuo. Gli enoappassionati sono ormai 548 milioni e la voglia di conoscere il vino aumenta in modo costante al punto da aver spinto la Cina al secondo posto mondiale nel consumo di vino rosso. La produzione interna resterà ancora a lungo padrona del mercato, ma l’apertura all’export è costante grazie al lavoro della cucina di alto livello soprattutto a Pechino, Shangai e Hong Kong.