Tra le guide suggerite da Vinoit.IT non può mancare Vinibuoni d’Italia, la Guida ai Vini da vitigni autoctoni italiani.
Visitare la piattaforma di Vinibuoni d’Italia è un piacere: “è bella da vedere e di assoluto buon gusto – ci dice l’esperto di gestione della conoscenza Fabio Gallo che aggiunge: quando si devono comunicare moltissimi dati bisogna scegliere le vie della semplificazione e Vinibuoni d’Italia è riuscita a dare il massimo con estrema limpidezza. In Rete è importante comunicare con chiarezza ciò che si desidera condividere con gli utenti”.
Per quanto riguarda il decennale Vinoit.IT festeggia insieme a Vinibuoni d’Italia e lascia la parola a Mario Busso. Nessuno più di lui ci può dire.
VINIBUONI D’ITALIA FESTEGGIA 10 ANNI
La Guida, con questa edizione, compie dieci anni e di strada ne ha percorsa parecchia. Nel 2004 l’internazionalizzazione dei vitigni stava ridisegnando il vigneto Italia e si stava perdendo un patrimonio di cultura e di colture di cui il Paese era depositario. Allora parlare di vitigni autoctoni imponeva alla critica di settore una svolta ed una rottura verso gli indirizzi ideologici che provenivano in particolare dall’America, dove i valori di riferimento del gior- nalismo di settore riconoscevano nel Cabernet, nel Merlot, nel Pinot, nello Chardonnay e nel Sauvignon una sorta di monopolio qualitativo indiscutibile. I vini che la critica osannava erano molto strutturati, spesso omologati nelle spezie e nelle vaniglie regalate dall’uso dei piccoli legni, ma ben poco riconoscibili nei loro riferimenti ai vitigni e ai loro territori di origine.
Vinibuoni d’Italia fu la prima Guida ad intraprendere un cammino in controtendenza. Quel primo anno vennero degustati poco più di 6 mila vini. In questi ultimi dieci anni le cose sono cambiate e i vini in degustazione per le selezioni sono più che quadruplicati. I produttori hanno preso coscienza dell’enorme tesoro rappresentato dai vitigni tramandati dal passato; hanno capito che dietro alla qualità del vino occorre raccontare il territorio e la cultura che ad esso si lega: gli interpreti di tale connubio sono i vini da vitigni autoctoni. Per rafforzare questo legame sono state svolte e sono tuttora in atto ricerche e sperimentazioni per fare esprimere al vino la sua corrispondenza con il vitigno e con il territorio in cui si origina; sono state tralasciate le grandi strutture e le corazzate corposità, per puntare sulla finezza e sull’eleganza, privilegiando nel vino la piacevolezza di beva e la fragranza. Caratteristiche che; fin dal suo nascere; Vinibuoni d’Italia pose come parametri di valutazione aggiunti all’intrinseca qualità organolettica del vino.
Oggi siamo fieri del percorso indicato perché il piccolo sentiero di dieci anni or sono è la via maestra che sta percorrendo l’enologia italiana. Quella che dieci anni fa sembrava un’impresa impossibile si è tradotta in un successo editoriale di cui vanno fieri tutti i collaboratori della Guida. A loro e ai produttori che hanno creduto nel progetto va il ringraziamento della Redazione e dei Curatori della Guida.